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mercoledì 22 dicembre 2010

Gas-Party: saluti natalizi



Incontro informale per scambiarci gli auguri: un ringraziamento a Renata per l'ospitalità e l'accoglienza.

Alcune Foto  per chi non ha potuto essere presente!
 (cliccare poi su 'slideshow' per vedere le foto in automatico)



Dalla Sicilia il Parmigiano Reggiano per la Caritas




Consegna del Parmigiano Reggiano al Responsabile Caritas di Peschiera Borrommeo - Enzo Casati - direttamente nel magazzino dove vengono stoccati i prodotti prima della distribuzione alle famiglie





COMUNICATO STAMPA
Il Gruppo di Acquisto Solidale di Peschiera Borromeo (Milano) è attivo dal Marzo 2009 come gruppo informale di persone ed è ora composto da 26 famiglie; privilegia gli acquisti con contatti diretti con i piccoli produttori e possibilmente a filiera corta.
Non essendo la Lombardia terra di agrumi, da 2 stagioni il GAS acquista le arance da un produttore siciliano, l’azienda La Badia della famiglia Sileci di Grammichele (Catania). Piccola azienda a conduzione famigliare, conosciuta per contatto diretto del Gaspiterina di Locate Triulzi. Si è creata una rete di acquisti coinvolgendo altri GAS del Sud-Est Milano.
Con l’ultima consegna di agrumi (3.200 kg. di cui 820 kg. per il GAS Peschiera) la famiglia Sileci ha voluto regalare al GAS Peschiera 80 kg. di arance da spremuta che il gruppo ha voluto destinare a scopi sociali, anziché utilizzarli per autoconsumo. Oggetto dell’iniziativa è stata individuata nell’acquisto di Parmigiano Reggiano di qualità da offrire alla Caritas locale per le famiglie da loro seguite.
Contando su sinergie con associazioni locali (Isolachenonc’è e Protezione Civile) il GAS ha attivato la vendita delle arance da spremuta in occasione del Mercato del Forte dei Marmi a Peschiera Borromeo del 12 dicembre, che ha portato all’incasso di € 130,00.
E’ già partito l’ordine per l’acquisto di 10 kg. di Parmigiano Reggiano, 24 mesi di stagionatura, in confezioni da mezzo kg., prodotto dall’azienda Fattoria Fiori di Vetto d’Enza, dalla quale il GAS si fornisce regolarmente, tra i vincitori dell’Olimpiade del Formaggio di Montagna 2009 a Saignelegièr in Svizzera.
L’iniziativa rientra tra gli obiettivi del GAS che oltre ad acquisti etici, vuole privilegiare la qualità dei prodotti, ritenendo che ‘’il diritto al piacere non sia elitario e che non ha nulla a che vedere con gli eccessi, ma piuttosto ha a che fare con la misura, con quel buon senso che si dovrebbe applicare in tutti i momenti della nostra vita. È un diritto che va tutelato promuovendolo, conoscendolo, rendendolo alla portata di tutti e di tutti gli stili di vita, più “democratico” e facilmente comprensibile’’ secondo i principi di Slow Food, che vede alcuni suoi soci partecipi attivi nel Gruppo di Acquisto Solidale.

martedì 7 dicembre 2010

Regali sì....ma con il cuore !!!

Regali sì o regali no???    Ognuno è alle prese con questo dilemma quando si avvicina il Natale.  A prescindere dalle ristrettezze economiche che possono colpire alcuni di noi, il regalo andrebbe  inteso come 'dono ' e non come 'oggetto da acquistare compulsivamente perché si deve'.

Un semplice regalo, ma preparato con le nostre mani e dedicando il nostro tempo alla sua preparazione è sicuramente gradito e più 'prezioso' del più costoso oggetto.

Per chi  difetta di manualità e di tempo, alcuni suggerimenti per acquisti 'etici e solidali' disponibili presso il  Banco di Garabombo  - Milano, parcheggio Mario Pagano (fermata M1)
aperto fino al 9 gennaio 2011  - tutti i giorni dalle 9 alle 20     per informazioni 02-54107745



SENZA DIMENTICARE  CHE TUTTI I PRODUTTORI FORNITORI DEL GAS  PREPARANO CESTI NATALIZI CON I LORO PRODOTTI !!!




Prodotti fatti in carcere

Prodotti realizzati da cooperative sociali che lavorano con detenuti ed ex detenuti nelle carceri italiane. La cooperativa sociale Seriarte Ecologica Made in Jail  produce felpe e magliette all'interno del carcere di Rebibbia, mentre la cooperativa Extraliberi gestisce un laboratorio di serigrafia nel carcere di Torino.  A Milano, nel carcere di Bollate c'è la sartoria della cooperativa Alice, che in eslcusiva per il Banco di Garabombo ha realizzato una linea di abbigliamento per donna.
Si aggiungono tanti prodotti alimentari fatti in carcere come i pasticcini della Banda Biscotti prodotti nel carcere di Verbania, i vini del carcere di Velletri e la pasta di mandorle dal carcere di Siracusa.
















Cooperative sociali

Tanti prodotti da cooperative sociali italiane che lavorano con persone svantaggiate.La cooperativa La Roccia realizza borse a Scampia, un quartiere della periferia nord di Napoli; è inserita all’interno del Centro Alberto Hurtado che si occupa di formare i giovani della zona e di offrire loro un’opportunità di crescita culturale e di lavoro. La cooperativa Confini Impresa Sociale, insediata all'interno dell'ex Ospedale Psichiatrico di Trieste è impegnata nell'inserimento lavorativo di persone affette da disagio psichico attraverso la produzione di una linea di magliette. Infine la cooperativa La Fraternità produce, trasforma e commercializza prodotti da agricoltura biologica come salse, marmellate, sughi e creme vegetali a marchio La Madre Terra; un progetto che dà lavoro a persone affette da disagio psichico, detenuti ed ex tossicodipendenti.




Libera Terra

I prodotti di Libera Terra vengono coltivati su terreni confiscati alle mafie. Queste terre, restituite alla collettività, sono tornate produttive e divenute volano di un circuito economico sano e virtuoso. I prodotti sono coltivati nel rispetto delle tradizioni del territorio, secondo i principi dell'agricoltura biologica, per portare sulla tavola un prodotto genuino, buono e… giusto.
Oltre ai famosi vini bianco e rosso “Placido Rizzotto” (Centopassi), si aggiungono nuove proposte: (Catarratto 100%, Grillo 100%, Nero d’Avola 100% e Negroamaro 100%). 
Altri prodotti, tutti da agricoltura biologica: olio, salsa di pomodorini fiaschetto, melanzane, pomodorini e carciofini sott’olio, pesto di peperoncini piccanti dalla Calabria, friselle e tarallini, ceci lessati.


Prodotti di filiera corta

Aumenta la varietà di prodotti freschi e confezionati da agricoltura biologica e di filiera corta. Dal piccolo caseificio Carena (Lodi) provengono il Pannerone (presidio Slow Food), la tipica Raspadura lodigiana, e altri formaggi tra cui crescenza, ricotta e taleggio. Dalla Cascina Guzzafame (Milano), arrivano la “Toma del santuario” e il “Salva”, formaggio Dop tipico della zona di Crema. L’Azienda agricola biologica Le Ramate (Alessandria) produce invece tomini stagionati di capra. Prosciutto crudo, coppa, lardo, salame, zampone e cotechino provengono poi dal Salumificio San Francesco (Lodi) e dalla Cooperativa Equofood (Modena), che utilizza le spezie del commercio equo per aromatizzare i prodotti. Per finire saranno presenti le farine della Cascina Gaggioli (Parco agricolo Sud Milano), e i prodotti a base di Monococco (presidio Slow food), come la farina, i biscotti e le tagliatelle della cooperativa sociale L’Antica Terra (Brescia). 

Prodotti eco&equo

A Garabombo puoi trovare tanti prodotti eco&equo che rispettano i produttori e l'ambiente come le borse Cyclus fatte con copertoni riciclati,  gli orologi e gli appendini Oxidos in metallo riciclato, entrambi dalla Colombia e le scarpe Astorflex prodotte interamente in Italia con metodi di lavorazione a basso impatto ambientale. 

Artigianato del commercio equo

Tante nuove proposte eque e solidali di abbigliamento, accessori, bigiotteria, cosmesi naturale e biologica. Oltre alle proposte per la casa (ceramiche, tessili e complementi d'arredo) come copriletti, tovaglie, vasi, tazze e tanto altro ancora!

mercoledì 1 dicembre 2010

Si avvicina il Natale e l'Ananas è diventato una tradizione: ma a che prezzo??

La grande distribuzione ci ha abituato all’offerta di una grande quantità di prodotti esotici. Merce della cui origine si sa spesso ben poco e della quale non ci si riesce a spiegare l’economicità.
Ma da dove arrivano questi prodotti, come fanno a essere disponibili in ogni periodo dell’anno, e soprattutto, come possono costare così poco se, dietro di loro, c’è una lunghissima filiera di produzione, trasporto, imballaggio, conservazione e distribuzione?
Prendiamo per esempio l’ananas. Un prodotto sempre più economico, la cui caduta libera dei prezzi, nei supermercati del vecchio continente, ha delle conseguenze pagate (sotto certi aspetti letteralmente) da chi quel frutto lo produce.
I tre quarti degli ananas proviene dal Costa Rica. Una produzione enorme, concentrata però nelle mani di due multinazionali in particolare - le americane Dole e Del Monte - le quali dominano il commercio mondiale.
In un’inchiesta co-prodotta dall'Unione Europea e dal quotidiano inglese The Guardian sono documentate sia le condizioni di sfruttamento e povertà subite dalle persone impiegate nelle piantagioni, sia gli effetti sulla salute (loro e delle popolazioni locali) causati dal massiccio uso di pesticidi e sostanze chimiche, necessarie alla coltivazione intensiva del frutto tropicale.





Fernando Ramirez, esperto agronomo del Costa Rica National University’s toxic substances institute dell’Universidad Nacional, ha spiegato il ciclo agrochimico necessario alle monoculture per produrre frutti perfetti per la vendita: «Gli ananas hanno bisogno di grandi quantità di pesticidi, circa 20kg di principi attivi all’ettaro per ciclo. I terreni sono sterilizzati; la biodiversità eliminata. Generalmente c’è bisogno dai 14 ai 16 tipi di trattamento, e molti di questi vengono eseguiti diverse volte. Usando sostanze chimiche pericolose per l’ambiente e per la salute umana».

Grazie alla chimica la produzione è aumentata del 50% dal 1998, ma le sostanze utilizzate, legali in Costa Rica ma ritenute controverse in tutto il mondo, hanno compromesso le falde acquifere delle piantagioni e peggiorato le già difficili condizioni delle popolazioni dell’area. Gli effetti sulla salute preoccupano: le ultime analisi commissionate dal Governo hanno rilevato 22 agenti contaminanti che nel migliore dei casi scatenano nuove forme di infezioni.

Più è basso il prezzo che paghiamo in Europa, più è alto quello che devono pagare i produttori del Costa Rica e di decine di altri Paesi.

Fonte:
ilcambiamento.it

The Guardian


Guarda il video (in inglese)