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giovedì 31 marzo 2011

A Parigi l'acqua è pubblica e costa meno

Dopo venticinque anni di continui incrementi delle tariffe sotto la gestione privata, per la prima volta a Parigi il prezzo dell'acqua diminuisce come conseguenza diretta della ripubblicizzazione del servizio idrico. Con l'abbassamento del costo dell'acqua e l'adozione di misure di aiuto sociale, il diritto a questo bene fondamentale trova nella capitale francese applicazione concreta.

di Comitato Acqua Pubblica - 31 Marzo 2011

tour eiffel
Per la prima volta a Parigi il prezzo dell'acqua diminuisce come conseguenza diretta della ripubblicizzazione del servizio idrico
Per la prima volta a Parigi, il prezzo dell'acqua diminuisce. Annunciata il 22 marzo scorso, in occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua, questa decisione storica avviene dopo venticinque anni di continui incrementi delle tariffe sotto la gestione privata, periodo durante il quale l'acqua era aumentata del 260%.
Questo primoabbassamento delle tariffedell'8% che sarà effettivo dal prossimo 1° Luglio permetterà di restituire agli utenti parigini 76 milioni di euro sul periodo 2011-2015. Questo risultato è la conseguenza diretta della ripubblicizzazione del servizio idrico integrato e della gestione in house da parte della società Eau de Paris, in carica della produzione, della distribuzione e della fatturazione.
Questa gestione pubblica di tutto il servizio permette di generare ogni anno circa 35 milioni di ricavato. Sarebbe stato ingiustificato non farne usufruire i cittadini parigini considerando che sono loro a finanziare interamente, tramite le fatture, il servizio dell'acqua.
Questo giusto ritorno al cittadino parigino non si farà a discapito della durabilità del servizio. Viene accompagnato da un alto livello di investimenti, da una gestione rinforzata del patrimonio, da una politica di preservazione della risorsa acqua e da una qualità di servizio migliorata.
A questa decisione vanno aggiunte misure sociali mirate per coloro che hanno un reddito basso. Un aiuto preventivo per l'acqua è stato aggiunto ai servizi di aiuto per l'alloggio in modo da anticipare problemi di pagamento delle bollette. Parigi è la prima città in Francia a fare questo passo. Per permettere questo, il Comune di Parigi raddoppierà il contributo di Eau de Paris(500.000€) ai Fondi di Solidarietà per l'alloggio, in modo da prendere in carica le bollette non pagate dalle famiglie in difficoltà.
Tra l'altro, sotto riserva di una convenzione già esistente, anche gli alloggi occupati e in situazione irregolare usufruiranno della fornitura d'acqua, almeno finché una decisione non sarà stata presa dalla giustizia.
Parallelamente, lavoriamo con associazioni per l'istallazione di kit per il risparmio idrico. Una prima collaborazione è quella tra Eau de Paris e Paris Habitat. Quest'iniziativa presenta delle virtù sia economiche (risparmio di circa 100€ all'anno per ogni famiglia) sia ecologiche (abbassamento medio del 15% del consumo d'acqua.
Con l'abbassamento del prezzo dell'acqua per tutti e queste misure di aiuto sociale all'acqua, il diritto all'acqua a Parigi non è uno slogan ma un'applicazione concreta.
Anne Le Strat, Assessore del Comune di Parigi incaricato dell'acqua e della gestione del servizio idrico, Presidentessa di Eau de Paris

lunedì 28 marzo 2011

Il cibo cattivo, l'agricoltura e l'Unione Europea. Il nuovo corso della Pac da politica degli agricoltori a politica di tutti i cittadini

Quanto ci costa il cibo “cattivo”? Se per "cattivo" si intende dannoso per la salute, possiamo fare riferimento al grande scandalo europeo della "mucca pazza" che è costato ai contribuenti 92 miliardi di euro. 
“Cattivo” è anche il cibo di scarsa qualità (junk food) di solito abbinato a stili di vita scorretti che determinano problemi di soprappeso. Le spese dirette e indirette per la lotta all'obesità riferite all'Europa dei 15 paesi  ammontano a 40,5 miliardi di euro l'anno. 
“Cattivi” sono anche gli alimenti che costano troppo per chi li compra ( da questo punto di vista la situazione è decisamente migliorata visto che  negli anni sessanta una famiglia europea spendeva il 60% del reddito per gli acquisti alimentari, oggi siamo al 13%). 
“Cattivo” può essere considerato il cibo che comporta un onere gravoso e quasi insostenibile per l'ambiente, perché penalizza indirettamente i cittadini


..........proseguire la lettura dell'articolo su   Il fatto alimentare 

sabato 26 marzo 2011

Carne separata meccanicamente: cos'è??


L’industria alimentare propone la carne avicola in numerose combinazioni rivolte alla ristorazione collettiva e all’alimentazione domestica. Si tratta di prodotti rivolti in particolare a consumatori che vanno sempre di fretta e non vogliono impiegare troppo tempo a cucinare.
Oggi dirigo la mia attenzione sui prodotti definiti “panati”. Tempo fa avevo scritto un post, il Tritatutto a proposito di carne avicola separata meccanicamente. Tema che mi è utile riproporre perchè tra gli ingredienti dei prodotti avicoli “panati” troviamo appunto la carne separata meccanicamente (CSM).
I metodi usati per produrre CSM sono molto vari e danno luogo a prodotti molto diversi riguardo all’aspetto visivo e microscopico (istologico) e ai parametri di qualità. L’Unione Europea produce annualmente circa 700.000 tonnellate di CSM, per un valore compreso tra 400 e 900 milioni di euro. Il 77% della produzione avviene ad alta pressione, il restante 23% viene prodotto a bassa pressione; riguardo alle specie, l’88% della CSM deriva da pollame e il 12% da suini.
Ricordo che quando venne pubblicata questa immagine ci furono numerosissime reazioni, ma questo ingrediente non è mica impiegato solo per i McNugget. :)
E così l’altro giorno, ho davvero sperato che qualcuno non mi notasse al supermercato quando ho infilato ilpiatto pronto 100% Italiano nel carrello. Sto parlando di uno dei prodotti già impanati e Pronti in 3 minuti .
Ingredienti: Carne di tacchino 17%, pangrattato (farina di frumento,oli vegetali,sale,destrosio, emulsionante: mono e digliceridi degli acidi grassi,spezio, zucchero, correttore di acidità: acido acetico, lievito, colorante:estratto di paprika), carne di tacchino separata meccanicamente 13,7%, acqua, olio vegetale,spinaci 7%, farina di frumento e di mais, formaggio, albume d’uovo in polvere, glutine di frumento, sale, amido di frumento, amido, proteine del latte,burro,aromi. Agenti lievitanti:difosfato disodico,carbonati di sodio, lecitina di soia.
Vogliamo fare insieme due calcoli veloci? 0,550 g è venduto al prezzo di 4,84 euro. Quindi complessivamente arriviamo a 8,8 euro /kg. La carne è solo il 30,7% del peso finale. Siamo generosi, arrotondiamo per eccesso al 31%. Ma il prezzo della carne separata meccanicamente è decisamente piu’ economico e il prezzo finale solo a me non sembra giustificabile?
Allo stesso costo quanti altri tipi di carne o alternative piu’ gustose, nutrienti e soprattutto a prezzi piu’ vantaggiosi si possono acquistare?
Mi chiedo quanti si fermino a valutare il rapporto tra tempo – peso – prezzo di questi prodotti.
Dimenticavo, stavo parlando di queste.
Altri posts sul tema:

Fonte: Trashfood 

sabato 19 marzo 2011

Ismea, freno tirato per i consumi alimentari nel 2010 (-0,6%)

Segno meno nel 2010 per i consumi alimentari in Italia. Lo rileva  l'Ismea che su base annua calcola una flessione degli acquisti domestici dello 0,6% in volume, accompagnata da una riduzione dei prezzi dello 0,5%.
Il bilancio negativo riflette, in termini quantitativi, una contrazione della domanda domestica di carni bovine (-4,6% rispetto al 2009), vini (-3,4%), prodotti ittici (-2,9%) e frutta (-1,8%). Al contrario sono aumentati nel 2010 gli acquisti di oli d'oliva (+3,7%), grazie soprattutto agli extravergini, derivati dei cereali (nonostante la flessione di pane e pasta), carni suine e salumi (+0,6%), mentre è emerso un andamento complessivamente stazionario per latte e derivati, ortaggi e carni avicole (bene il pollame, male il tacchino).
 
Tra i lattiero-caseari crescono gli acquisti di latte e yogurt, mentre segnano il passo i formaggi. Nel comparto ortofrutticolo le rilevazioni dell'Ismea indicano, più in dettaglio, riduzioni per pere, mele, kiwi e banane.

 E' proseguito invece il buon andamento degli acquisti di ortaggi di IV gamma (lavati e confezionati), mentre i freschi tradizionali hanno subito complessivamente una battuta d'arresto.
 
Relativamente ai canali di vendita, iper e supermercati, che concentrano il 70% della spesa alimentare domestica, hanno confermato sostanzialmente i volumi di vendita del 2009. Negativo invece il dato rilevato da Ismea per il dettaglio tradizionale, mentre  liberi servizi e discount hanno segnato entrambi una crescita rispetto al 2009.
 
A livello territoriale, infine, la flessione dei volumi ha riguardato tutte le aree geografiche ad eccezione del Nord-Ovest (+0,4%). Più accentuato il calo degli acquisti nel Mezzogiorno (-1,3% rispetto al 2009), mentre nelle regioni del Centro Italia e del Nord-Est si rilevano riduzioni rispettivamente dello 0,6 e dello 0,3 per cento.






Fonte:  Ismea 

giovedì 10 marzo 2011

Fao: più potere alle donne nella lotta alla fame e alla povertà

8 Marzo 2011

donne agricoltura
L'uguaglianza di genere è cruciale per lo sviluppo agricolo e la sicurezza alimentare
Se le donne nelle zone rurali avessero le stesse opportunità degli uomini in termini di accesso alla terra, alla tecnologia, ai servizi finanziari, all'istruzione ed ai mercati, la produzione agricola potrebbe aumentare e, di conseguenza, il numero di persone che soffrono la fame potrebbe ridursi.
Il rapporto Lo Stato dell'Alimentazione e dell'Agricoltura', stilato dallo Fao in occasione della Giornata internazionale della donna, conferma l'importanza di eliminare ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne per vincere lalotta contro la fame e la povertà.
Il rapporto stima infatti che se nei paesi in via di sviluppo ci fosse parità tra i sessi nel comparto agricolo la produzione potrebbe aumentare del 20-30 per cento. Ciò comporterebbe un aumento della produzione agricola totale dei paesi in via di sviluppo del 2,5/4 per cento, fattore che, a sua volta, determinerebbe una riduzione del numero delle persone che soffrono la fame nel mondo del 12-17 per cento, vale a dire un calo di 100-150 milioni di persone. Nel 2010, secondo le stime, 925 milioni di persone nel mondo erano denutrite, di cui 906 milioni vivono nei paesi in via di sviluppo.
Le donne costituiscono in media il 43 per cento della forza lavoro agricola nei paesi in via di sviluppo: dal 20% in America Latina a quasi il 50% nell'Asia orientale e sud-est asiatico e Africa sub-sahariana. La quota è più elevata in alcuni paesi e varia notevolmente all'interno dei paesi.
Secondo il rapporto, le condizioni di lavoro degli uomini sono migliori rispetto a quelle delle donne che tendono ad essere impiegate in occupazioni inferiori o a basso salario.
Come ha affermato il redattore del rapporto Teddy Raney, la priorità è quella di eliminare le leggi discriminatorie. “In molti paesi – spiega Raney - le donne non hanno gli stessi diritti degli uomini a comprare, vendere o ereditare la terra, per aprire un conto di risparmio o prendere in prestito denaro, a firmare un contratto o di vendere i loro prodotti. Qualora i diritti legali esistono sulla carta, spesso non sono onorati in pratica”.
Eppure, l'uguaglianza di genere non rappresenta dunque solo “un nobile ideale”, ma è anche cruciale per lo sviluppo agricolo e lasicurezza alimentare. Come spiega il direttore Generale della FAO Jacques Diouf, è necessario “promuovere la parità di genere e il potere delle donne nell'agricoltura per vincere, in modo sostenibile, la lotta contro fame e povertà estrema”.



A.P.


lunedì 7 marzo 2011

Doppia piramide alimentare: sano per te - sostenibile per il pianeta

Per aiutare le persone a scegliere un’Alimentazione che sia non solo Equilibrata da un punto di vista Nutrizionale ma anche Sostenibileper l’Ambiente è nata la Doppia Piramide.


Dalla “Doppia Piramide” si può osservare che gli alimenti per i quali è consigliato un consumo più frequente, sono anche quelli che determinano gli impatti ambientali minoriViceversa, gli alimenti per i quali viene raccomandato un minore consumo, sono anche quelli che hanno maggior impatto sull’ambiente. In altre parole, da questa nuova elaborazione della Piramide Alimentare emerge la coincidenza, in un unico modello, di due obiettivi diversi ma altrettanto rilevanti: salute e tutela dell’ambiente.




fonte: Barilla Center for Food Nutrition

mercoledì 2 marzo 2011

Dichiarazione congiunta contro lo spreco

Il 28 ottobre 2010  Last Minute Market   – nell’ambito del progetto “Un anno contro lo spreco”- ha organizzato una conferenza dal titolo Transforming Food Waste into a Resource presso il Parlamento Europeo a Bruxelles. La conferenza, sponsorizzata e patrocinata dalla Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, ha visto la partecipazione di accademici, parlamentari europei, membri della società civile e di organizzazioni non governative.
Al termine della conferenza il Prof Andrea Segrè e la Dr Silvia Gaiani hanno presentato la Dichiarazione Congiunta contro lo Spreco Alimentare, il cui scopo è quello di sensibilizzare e attivare le istituzioni europee affinchè la lotta allo spreco alimentare diventi una priorità nell’agenda della Commissione e lo spreco alimentare venga ridotto del 50% entro il 2025. Scarica la dichiarazione.


Per sottoscriverla è sufficiente inviare una mail a: dichiarazione@lastminutemarket.it scrivendo nel testo della mail:
DESIDERO SOTTOSCRIVERE LA DICHIARAZIONE CONGIUNTA CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE.