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venerdì 30 settembre 2011

Comma ammazza-blog


Comma ammazza-blog. Post dedicato a Gasparri & C.

Nobavaglio
Premessa: ieri sera a PORTA A PORTA si è parlato del comma 29, il cosiddetto ammazza-blog, ma gli spettatori di certo non avranno capito di cosa si tratta. E siccome per Gasparri e dintorni Internet è uno strumento micidiale, è evidente che i nostri politici e la nostra classe dirigente 1) non sanno niente della rete e pure legiferano su di essa 2) non hanno idea del mondo che c'è qui dentro 3) hanno bisogno di un corso full immersion del comma ammazza-blog che stanno per legiferare. Bene il corso glielo offriamo noi, gratuitamente, perché caro Gasparri sì, Internet è uno strumento micidiale di libertà, di creatività, di condivisione di sapere e di conoscenza. Mondi inesplorati, capisco perfettamente (Arianna).

Probabilmente oggi stesso ricomincerà il dibattito parlamentare sul disegno di legge in materia di riforma delle intercettazioni, disegno di legge che introdurrebbe, una volta approvato, numerose modifiche al nostro ordinamento lungo tre direttrici: limitazioni alla utilizzabilità dello strumento delle intercettazioni da parte dei magistrati; divieto di pubblicazione di atti di indagine per i giornalisti, anche se si tratta di atti non più coperti da segreto; estensione di parte della normativa sulla stampa all’intera rete.
Cerchiamo di chiarire sinteticamente i dubbi espressi in materia.

Il disegno di legge di riforma delle intercettazioni ha un impatto significativo sulla rete?
Il ddl di riforma della normativa sulle intercettazioni influisce sulla rete in due modi, innanzitutto perché le limitazioni introdotte dal ddl in merito alla pubblicabilità degli atti di indagine riguarda, ovviamente, anche la rete, relativamente al giornalismo professionale, ma soprattutto perché in esso è presente il comma 29 che è scritto specificamente per la rete. Cosa prevede il comma 29? Il comma 29 estende parte della legislazione in materia di stampa, prevista dalla legge n. 47 del 1948, alla rete, in particolare l’art. 8 che prevede la cosiddetta “rettifica”.

Cosa è la rettifica?
La rettifica è un istituto previsto per i giornali e le televisione, introdotto al fine di difendere i cittadini dallo strapotere dei media unidirezionali e di bilanciare le posizioni in gioco. Nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie in qualche modo ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o contrarie a verità, un semplice cittadino potrebbe avere non poche difficoltà nell’ottenere la “correzione” di quelle notizie, e comunque ne trascorrerebbe molto tempo con ovvi danni alla sua reputazione. Per questo motivo è stata introdotta la rettifica che obbliga i direttori o i responsabili dei giornali o telegiornali a pubblicare gratuitamente le dichiarazioni o le rettifiche dei soggetti che si ritengono lesi.

Il comma 29 estende la rettifica a tutta la rete? 
La norma in questione estende la rettifica a tutti i “siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”. La frase “ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica” è stata introdotta in un secondo momento proprio a chiarire, a seguito di dubbi sorti tra gli esperti del ramo che propendevano per una interpretazione restrittiva della norma (quindi applicabile solo ai giornali online), che la norma deve essere invece applicata a tutti i siti online. Ovviamente sorge comunque la necessità di chiarire cosa si intenda per “siti informatici”, per cui, ad esempio, potrebbero rimanere escluse la pagine dei social network, oppure i commenti alle notizie. Al momento non è dato sapere se tale norma si applicherà a tutta la rete, in ogni caso è plausibile ritenere che tale obbligo riguarderà gran parte della rete.

Entro quanto tempo deve essere pubblicata la rettifica inviata ad un sito informatico?
Il comma 29 estende la normativa prevista per la stampa, per cui il termine per la pubblicazione della rettifica è di due giorni dall’inoltro della medesima, e non dalla ricezione. La pubblicazione deve avvenire con “le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”.

E’ possibile aggiungere ulteriori elementi alla notizia, dopo la rettifica? 
Il ddl prevede che la rettifica debba essere pubblicata “senza commento”, la qual cosa fa propendere per l'impossibilità di aggiungere ulteriori informazioni alla notizia, in quanto potrebbero essere intese come un commento alla rettifica stessa. Ciò vuol dire che non dovrebbe essere nemmeno possibile inserire altri elementi a corroborare la veridicità della notizia stessa.

Se io scrivo sul mio blog “Tizio è un ladro”, sono soggetto a rettifica anche se ho documentato il fatto, ad esempio con una sentenza di condanna per furto? 
La rettifica prevista per i siti informatici è sostanzialmente quella della legge sulla stampa, la quale chiarisce che le informazioni da rettificare non sono solo quelle contrarie a verità, bensì tutte le informazioni, atti, pensieri ed affermazioni “da essi ritenuti lesivi della loro dignità o contrari a verità”, laddove essi sono i soggetti citati nella notizia. Ciò vuol dire che il giudizio sulla assoggettabilità delle informazioni alla rettifica è esclusivamente demandato alla persona citata nella notizia. Non si tratta affatto, in conclusione, di una valutazione sulla verità, per come è congegnata la rettifica in sostanza si contrappone la “verità” della notizia ad una nuova “verità” del rettificante, con ovvio scadimento di entrambe le “verità” a mera opinione (Cassazione n. 10690 del 24 aprile 2008: “l’esercizio del diritto di rettifica… è riservato, sia per l’an che per il quomodo, alla valutazione soggettiva della persona presunta offesa, al cui discrezionale ed insindacabile apprezzamento è rimesso tanto di stabilire il carattere lesivo della propria dignità dello scritto o dell’immagine, quanto di fissare il contenuto ed i termini della rettifica; mentre il direttore del giornale (o altro responsabile) è tenuto, nei tempi e con le modalità fissate dalla suindicata disposizione, all’integrale pubblicazione dello scritto di rettifica, purché contenuto nelle dimensioni di trenta righe, essendogli inibito qualsiasi sindacato sostanziale, salvo quello diretto a verificare che la rettifica non abbia contenuto tale da poter dare luogo ad azione penale”).

Come deve essere inviata la richiesta di rettifica? 
La normativa non precisa le modalità di invio della rettifica, per cui si deve ritenere utilizzabile qualunque mezzo, fermo restando che dopo dovrebbe essere possibile provare quanto meno l’invio della richiesta. Per cui anche una semplice mail (non posta certificata) dovrebbe andare bene.

Cosa accade se non rettifico nei due giorni dalla richiesta? 
Se non si pubblica la rettifica nei due giorni dalla richiesta scatta una sanzione fino a 12.500 euro.

Che succede se vado in vacanza, mi allontano per il week end, o comunque per qualche motivo non sono in grado di accedere al computer e non pubblico la rettifica nei due giorni indicati? 
Queste ipotesi non sono previste come esimenti, per cui la mancata pubblicazione della rettifica nei due giorni dall’inoltro fa scattare comunque la sanzione pecuniaria. Eventualmente sarà possibile in seguito adire l’autorità giudiziaria per cercare di provare l’impossibilità sopravvenuta alla pubblicazione della rettifica. È evidente, però, che non si può chiedere l’annullamento della sanzione perché si era in “vacanza”, occorre comunque la prova di un accadimento non imputabile al blogger.

La rettifica prevista dal comma 29 è la stessa prevista dalla legge sulla privacy?
No, si tratta di due cose ben diverse anche se in teoria ci sarebbe la possibilità di una sovrapposizione parziale. La legge sulla privacy consente al cittadino di chiedere ed ottenere la correzione di dati personali, mentre la rettifica ai sensi del comma 29 riguarda principalmente notizie.

Con il comma 29 si equipara la rete alla stampa?
Con il suddetto comma non vi è alcuna equiparazione di rete e stampa, anche perché tale equiparabilità è stata più volte negata dalla Cassazione. Il comma 29 non fa altro che estendere un solo istituto previsto per la stampa, quello della rettifica, a tutti i siti informatici.

Con il comma 29 anche i blog non saranno più sequestrabili, come avviene per la stampa?
Assolutamente no, come già detto con il comma 29 non si ha alcuna equiparazione della rete alla stampa, si estende l’obbligo burocratico della rettifica ma non le prerogative della stampa, come l’insequestrabilità. Questo è uno dei punti fondamentali che dovrebbe far ritenere pericoloso il suddetto comma, in quanto per la stampa si è voluto controbilanciarne le prerogative, come l’insequestrabilità, proprio con obblighi tipo la rettifica. Per i blog non ci sarebbe nessuna prerogativa da bilanciare.

Posso chiedere la rettifica per notizie pubblicate da un sito che ritengo palesemente false? 
E’ possibile chiedere la rettifica solo per le notizie riguardanti la propria persona, non per fatti riguardanti altri.

Se ritengo che la rettifica non sia dovuta, posso non pubblicarla? 
Ovviamente è possibile non pubblicarla, ma ciò comporterà certamente l’applicazione della sanzione pecuniaria. Come chiarito sopra la rettifica non si basa sulla veridicità di una notizia, ma esclusivamente su una valutazione soggettiva della sua lesività. Per cui anche se il blogger ritenesse che la notizia è vera, sarebbe consigliabile pubblicare comunque la rettifica, anche se la stessa rettifica è palesemente falsa.

Chi è il soggetto obbligato a pubblicare la rettifica, il titolare del dominio, il gestore del blog?
Questa è un’altra problematica che non ha una risposta certa. La rettifica nasce in relazione alla stampa o ai telegiornali, per i quali esiste sempre un direttore responsabile. Per i siti informatici non esiste una figura canonizzata di responsabile, per cui allo stato non è dato sapere chi è il soggetto obbligato alla rettifica. Si può ipotizzare che l’obbligo sia a carico del gestore del blog, o più probabilmente che debba stabilirsi caso per caso.

Sono soggetti a rettifica anche i commenti?
Anche qui non è possibile dare una risposta certa al momento. In linea di massima un commento non è tecnicamente un sito informatico, inoltre il commento è opera di un terzo rispetto all’estensore della notizia, per cui sorgerebbe anche il problema della possibilità di comunicare col commentatore. A meno di non voler assoggettare il gestore del sito ad una responsabilità oggettiva relativamente a scritti altrui, probabilmente il commento non dovrebbe essere soggetto a rettifica. 

Pensavo di creare un widget che consente agli utenti di pubblicare direttamente la loro rettifica senza dovermi inviare richieste. In questo modo sono al riparo da eventuali multe? 

Assolutamente no, la norma prevede la possibilità che il soggetto citato invii la richiesta di rettifica e non lo obbliga affatto ad adoperare widget o similari. Quindi anche l’attuazione di oggetti di questo tipo non esime dall’obbligo di pubblicare rettifiche pervenute secondo differenti modalità (ad esempio per mail).

Pensavo di aprire un blog su un server estero, in questo modo non sarei più soggetto alla rettifica?

Per non essere assoggettati all’obbligo della rettifica è necessario non solo avere un sito hostato su server estero, ma anche risiedere all’estero, come previsto dalla normativa europea. E, comunque, anche la pubblicazione di notizie su un sito estero potrebbe dare adito a problemi se le notizie provengono da un computer presente in Italia.

E’ vero che in rete è possibile pubblicare tutto quello che si vuole senza timore di conseguenze? E’ per questo che occorre la rettifica?
Questo è un errore comune, ritenere che non vi sia alcuna conseguenza a seguito di pubblicazione di informazioni o notizie online, errore dovuto alla enorme quantità di informazioni immesse in rete, ovviamente difficili da controllare in toto. Si deve inoltre tenere presente che comunque l’indagine penale od amministrativa necessita di tempo, e spesso le conseguenze penali od amministrative a seguito di pubblicazioni online, si hanno a distanza di settimane o mesi. In realtà alla rete si applicano le stesse medesime norme che si applicano alla vita reale, anzi in alcuni casi la pubblicazione online determina l’aggravamento della pena. Quindi un contenuto in rete può costituire diffamazione, violazione di norme sulla privacy o sul diritto d’autore, e così via… Il discorso che spesso si fa è, invece, relativo al rischio che un contenuto diffamante possa rimanere online per parecchio tempo. In realtà nelle ipotesi di diffamazione o che comunque siano lesive per una persona, è sempre possibile ottenere un sequestro sia in sede penale che civile del contenuto online, laddove l’oscuramento avviene spesso nel termine di 48 ore.

Ho letto di un emendamento presentato da alcuni politici che dovrebbe risolvere il problema della rettifica. È un buon emendamento?
Già lo scorso anno fu presentato un emendamento da alcuni parlamentari, che sostanzialmente dovrebbe essere riproposto quest’anno, con qualche modifica. In realtà l’emendamento Cassinelli, dal nome dell’estensore, non migliora di molto la norma: allunga i termini della rettifica a 10 giorni, stabilisce che i commenti non sono soggetti a rettifica, e riduce la sanzione in caso di non pubblicazione. L’allungamento dei termini non è una grande conquista, in quanto l’errore di fondo del comma 29 è l’equiparazione tra rete e stampa, cioè tra attività giornalistica professionale e non professionale, compreso la mera manifestazione del pensiero, tutelata dall’art. 21 della Costituzione, esplicata dai cittadini tramite blog. Per i commenti la modifica è addirittura inutile in quanto una lettura interpretativa dovrebbe portare al medesimo risultato, anzi forse sotto questo profilo l’emendamento è peggiorativo perché invece di “siti informatici” parla di “contenuti online” con una evidente estensione degli stessi (pensiamo alle discussioni nei forum). Tale emendamento viene giustificato con l’esempio del blogger che scrive: “Tizio è un ladro”, ipotesi nella quale, si dice, Tizio ha il diritto di vedere rettificata la notizia falsa. Immaginiamo invece che Tizio effettivamente sia un ladro, la rettifica gli consentirebbe di correggere una notizia vera con una falsa. Se davvero Tizio non è un ladro, invece, non ha alcun bisogno di rettificare, può denunciare direttamente per diffamazione il blogger ed ottenere l’oscuramento del sito in poco tempo.

Ma in sostanza, quale è lo scopo di questa norma?
Una risposta a tale domanda è molto difficile, però si potrebbe azzardarla sulla base della collocazione della norma medesima. Essendo inserita nel ddl intercettazioni, potrebbe forse ritenersi una sorta di norma di chiusura della riforma, riforma con la quale da un lato si limitano le indagini della magistratura, dall’altro la pubblicazione degli atti da parte dei giornalisti. Poi, però, rimarrebbe il problema se un giornalista decide di aprire un blog in rete e pubblicare quelle intercettazioni che sul suo giornale non potrebbe più pubblicare. Ecco che il comma 29 evita questo possibile rischio.

Bruno Saetta - BLOG
@valigia blu - riproduzione consigliata

sabato 24 settembre 2011

Sabato 29 Ottobre: tutti a Cassinetta di Lugagnano !


Sabato 29 Ottobre: tutti a Cassinetta di Lugagnano !

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E' partita. Da qualche ora la campagna nazionale "Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori" ha abbandonato gli ormeggi e da semplice "appello" ha già raggiunto gli onori della cronaca. Il mensile "Altreconomia" le ha riservato la copertina del numero di Settembre, Cheese l'ha presentata addirittura come primo evento della sua edizione 2011, l'Ansa le ha dedicato un lancio d'agenzia nazionale, i media ne hanno già parlato in assoluta anteprima.
E pensare che sarà soltanto il 29 Ottobre la sua "vera" uscita pubblica, in occasione della prima grande assemblea di questo nascente forum italiano dei Movimenti per la Terra, il Suolo, il Paesaggio. Luogo prescelto ? Ovviamente Cassinetta di Lugagnano (Milano), primo Comune italiano - di una lunga serie ... -  a "crescita zero urbanistica".

La campagna nazionale “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori”, nasce su impulso dell’associazione Slow Food e del Movimento "Stop al Consumo di Territorio", si è subito arricchito della presenza di numerose organizzazioni nazionali (tra cui Legambiente, LIPU, Pro Natura, Eddyburg, Movimento Decrescita Felice, Altreconomia, Associazione Comuni Virtuosi, Rete del Nuovo Municipio, Borghi Autentici d’Italia, Associazione Europea di Psicanalisi, Medici per l'Ambiente, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, organizzazioni agricole), di decine di gruppi e comitati locali (già oggi più di 300) e oltre tremila prime adesioni individuali, tra cui quelle di urbanisti, docenti universitari, sindaci, architetti, giornalisti, produttori agricoli ecc..
Come ha raccontato l'Ansa nella sua agenzia dello scorso 16 Settembre, il nascente Forum nazionale intende lavorare per «Rendere obbligatorio, per ogni Comune, un censimento delle aree edificate vuote o non utilizzate, che in alcuni casi arriverebbero a coprire il 30-40% delle aree urbanizzate. E' uno degli obiettivi del Forum italiano per fermare il consumo di suoli fertili che oggi ha lanciato la sua campagna nazionale "Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori" all'inaugurazione di Cheese, la rassegna internazionale sulle "Forme del latte", organizzata da Slow Food e dal Comune di Bra (Cuneo).
''
C'e' una filiera grigia che rischia di mangiare tutto il paesaggio, ogni anno ne spariscono in Italia 100 mila ettari'', hanno detto i promotori del Forum che a fine ottobre avviera' una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare.
Il pericolo, piu' che mai in tempi di ripetuti tagli agli enti locali, sono gli oneri di urbanizzazione che consentono ai Comuni di racimolare risorse per le loro casse esangui. ''
E' una droga pericolosa - e' la metafora usata da Alessandro Mortarino, coordinatore nazionale del movimento "Stop al Consumo di Territorio" - ogni terreno lasciato al cemento e' come un buco di un tossicodipendente che dice "Ancora una volta e poi non lo faccio piu", ma comportandosi cosi' rischia il buco letale''.
Il Forum per il paesaggio sogna di ripetere la strada di quello per l'acqua, culminata con il successo all'ultimo referendum. ''
Dobbiamo batterci - continua Mortarino - affinche' vengano fatte nuove leggi, che diano ai comitati dei cittadini la facolta' di partecipare al tavolo delle decisioni. Ma leggi buone ce ne sono gia', dobbiamo spingere perche' dall'enunciazione dei principi si passi alla pratica''.
Un caso virtuoso, citato dal coordinatore di 'Stop al Consumo di Territorio', e' l'ultima legge sul piano territoriale regionale varata dal Piemonte. ''
Introduce il principio - spiega Mortarino - che non si facciano nuove costruzioni dove ci sono le condizioni per recuperare quelle esistenti e non utilizzate. Un salto di qualita' gigantesco, anche se bisogna passare dalla teoria alla pratica''.
La campagna nazionale entrera' nel vivo il 29 ottobre a Cassinetta di Lugagnano, il paese in provincia di Milano noto come "comune a crescita zero", per avere bloccato le nuove costruzioni.
Al Forum aderisce Slow Food: '
'E' un impegno a cui non possiamo sottrarci, a cui nessun cittadino puo' sottrarsi - sottolinea il presidente Roberto Burdese - e' in gioco la sopravvivenza''.»

Con questa iniziativa, che intende concretizzare lo specifico lavoro sviluppato dalla campagna nazionale "Stop al Consumo di Territorio" negli ultimi tre anni, si vuole coinvolgere il maggior numero possibile di soggetti in una rete che condivida gli stessi valori elementari, e sensibilizzare il nostro Paese su uno dei più grandi scempi che sta subendo, sotto silenzio e da troppo tempo: il consumo del suolo libero e fertile a favore di cemento e asfalto.
Il consumo di suolo è in continuo aumento e si stima che attualmente la superficie totale urbanizzata sia di quasi 2 milioni e mezzo di ettari, ma purtroppo non possiamo fare affidamento su dati certificati, a testimonianza di quanto questo problema debba ancora essere monitorato e sufficientemente considerato come prioritario dalle Istituzioni.

L’attività speculativa in questo campo sembra non conoscere crisi di sorta e, forti delle nostre reti associative, registriamo e verifichiamo continuamente le voci di protesta che si levano a livello locale. Attraverso il Forum intendiamo presto mettere in campo azioni concrete per contrastare questa deriva che sta privandoci per sempre di beni comuni fondamentali: i nostri territori e la loro bellezza. La loro salvezza è legata indissolubilmente alla nostra qualità della vita, ciò che ci ha reso orgogliosi e famosi in tutto il mondo.

Il suolo fertile e l’integrità del paesaggio sono la principale garanzia per il futuro del nostro Paese, del turismo, della nostra agricoltura e dei nostri prodotti tradizionali, della salubrità dei luoghi in cui abitiamo e della biodiversità naturale ivi presente. La storia ci insegna che essi sono la base concreta di ogni cultura locale, ciò che unisce gli italiani nella diversità e ci rende un popolo unico. Paesaggio e territorio fertile sono la risorsa economica di cui siamo più ricchi, è assurdo sprecarla così.
L'appuntamento per tutti è dunque per Sabato 29 Ottobre a Cassinetta di Lugagnano, iniziate a segnarlo nelle vostre agende in attesa che il programma della giornata (dal mattino alla sera) inizi ad essere definito !


fonte: Stop al Consumo di Territorio

venerdì 16 settembre 2011







Presentazione dei prodotti del CALZATURIFICIO ASTORFLEX    www.astorflex.it


Mercoledi 21 settembre 2011 - ore 20,45


Sala Mazzola – Cooperativa Edificatrice Lavoratori – via Giovanni XXIII,3 –
Peschiera Borromeo
Durante la serata sarà possibile provare ed acquistare il campionario invernale.


ASTORFLEX è un’azienda storica che nell’arco della sua vita ha cambiato modo di pensare
e di produrre le scarpe. Le calzature prodotte soddisfano il bisogno di camminare comodi senza
dipendere dalle mode e affermano una nuova etica tra produttore e consumatore.
Gli obiettivi di questa azienda sono stati:
· sostituire gli adesivi a base solvente con quelli ad acqua( per tutta la produzione)
· certificare la provenienza della materia prima
· rendere pubblica la formazione del costo del prodotto
· soprattutto creare posti di lavoro.
e quindi i risultati ottenuti sono:

  • MANODOPERA ITALIANA a contratto indeterminato
  • FILIERA CORTA dal produttore al consumatore, tutta italiana
  • TRACCIABILITA’ della provenienza della materia prima
  • MATERIALI NATURALI biodegradabili a basso impatto ambientale
  • COMFORT rispetto dell’anatomia del piede in collaborazione con medici podologi
  • TRASPARENZA dei fornitori, dei laboratori e dei costi che determinano il prezzo finale
  • ETICITA’ rispetto del contratto nazionale del lavoro e delle norme vigenti di sicurezza Nessuna trattativa economica con i fornitori che impoverisca il prodotto e permetta di reinvestire in ricerca e qualità
  • INVESTIMENTI in salubrità di laboratorio e nella ricerca della progressiva diminuzione della chimica nella scarpa



domenica 11 settembre 2011

SALVIAMO IL PAESAGGIO




L’ampio ed importante dibattito aperto nelle scorse settimane dalle analisi e proposte  formulate da Alberto Asor Rosa su “Il Manifesto” e da Carlo Petrini attraverso “La  Repubblica”, ci spingono a trasmettere a tutte le persone, le Organizzazioni e i  Comitati che in Italia si occupano di difendere il territorio ed il paesaggio, questo  Appello/Invito ad immaginare tutti assieme un impegno ed un obiettivo  assolutamente urgente, comune e condiviso.
In assoluta sintesi, Le chiediamo di comunicarci la Sua disponibilità (sia  individuale e sia come Associazione, Rete, Movimento, Comitato,  Gruppo, ecc.) a:
• Avviare la costituzione del Forum italiano dei Movimenti “Salviamo il
Paesaggio, Difendiamo i Territori”;
• Preparare un documento (da sottoporre contemporaneamente a tutti i Consigli comunali d’Italia) con cui si richiederà il censimento di tutte le strutture edilizie attualmente non abitate/utilizzate e la “Moratoria” contestuale  di tutte le pratiche edilizie che prevedono il consumo di nuovo suolo fertile, agricolo, boschivo. Tale documento potrà essere una “Delibera/Mozione - tipo” oppure una Proposta di Legge d’iniziativa popolare: il Forum avrà il compito di scegliere la forma più efficace;
• Pianificare l’ampia campagna di comunicazione nazionale “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori”.

Se d’accordo con questo Appello/Invito, La invitiamo innanzitutto a segnalarci la Sua sottoscrizione a titolo personale (e successivamente quella della Sua Organizzazione),  onde poter far circolare il documento in forma condivisa e collettiva.


In attesa di Sue cortesi valutazioni, porgiamo i migliori saluti.

La Segreteria del Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio


approfondimenti sul sito: www.salviamoilpaesaggio.it

venerdì 2 settembre 2011

Il raccolto dei buoni frutti un viaggio tra uomini, terra e per l'agricoltura del futuro






Un viaggio in Italia per raccontare le storie di chi è riuscito a realizzare il proprio sogno, andando a casa loro, nella loro fattoria o nella loro realtà, ma anche nelle piazze dei Comuni dove queste realtà operano per sentire dalla cittadinanza come quel progetto ha migliorato la vita di tutti e come questo si è integrato con la collettività.
30 tappe in fattorie didattiche, aziende agro-sociali, aziende agricole che sperimentano formule innovative e virtuose per l’ambiente e la comunità, orti e giardini condivisi, realtà che ci piace in sintesi definire diagricoltura civica e responsabile. In totale un viaggio lungo un mese per scoprire un’Italia minore che in silenzio, partendo dalle nostre comuni radici agricole, sviluppa reddito, socialità, progresso.
Le fasi del viaggio
10 giugno – 15 luglio
PREPARAZIONE DEL TERRENO: ricerca dei partner e contatto con le realtà
virtuose
16 luglio – 28 agosto
SEMINA E TRAPIANTO: progettazione e organizzazione delle tappe del
viaggio
29 agosto – 20 settembre
RACCOLTA: viaggio itinerante e interviste…raccolto dei frutti
21 settembre – 10 novembre
TRASFORMAZIONE: i frutti diventano prodotto…elaborazione e redazione del libro
 e degli altri documenti mediatici
11 novembre – giugno 2012
SEED SAVER: salviamo i semi per nuovi alberi…comunicazione ed eventi per favorire la replicabilità delle buone pratiche censite (Agrietour ad Arezzo, presentazione del libro
“La raccolta dei buoni frutti” in diverse facoltà universitarie e in altrettante realtà, ecc. ecc.)
Cosa serve per realizzarlo
L’impegno di tutti: unisciti a noi in questo viaggio, seguici, aiutaci a dare voce a queste
 positive esperienze.
Perché seguire il viaggio: per accendere i riflettori su un mondo virtuoso, quello della
produzione e dell’impresa, rappresentato da un’agricoltura “umana” dove, insieme alla
 cura di piante e animali, si coltivano i valori dell’accoglienza, della reciprocità e della
 responsabilità in una visione dell’economia etica e profondamente civile.
Prodotti del viaggio: un blog (questo!) con il diario di viaggio presente anche su Facebook,
 un libro per il quale già esiste un accordo con Agra Editrice e che verrà presentato nell’ambito
 di Agrietour 2011, la decima edizione del Salone nazionale dell’agriturismo, una fitta rassegna stampa, articoli, video e trasmissioni radiofoniche che già ci hanno dato la loro disponibilità a seguirlo.
Segui il viaggio sul sito:  www.ibuonifrutti.it